E’ spesso considerata un formaggio, ma in realtà è un latticinio che si ottiene riscaldando il siero di latte avanzato dalla produzione del formaggio.
Il suo nome deriva dal latino re-coctus e significa cotto due volte.
Ha una storia antichissima, le prime testimonianze risalgono alle civiltà Sumere e dell’Antico Egitto. La sua citazione nel nono libro dell’Odissea, quando Ulisse incontra Polifemo che la sta preparando, ci dice che doveva essere molto diffusa nel mondo Greco e Romano. Nel Medioevo vive un periodo di splendore, tanto che la tradizione cristiana vuole sia stato San Francesco d’Assisi ad insegnarne la preparazione ai pastori laziali.
La ricotta può essere di bufala, di capra, di pecora o di vacca, o di latte misto a seconda del siero utilizzato; inoltre può essere fresca, stagionata, essiccata, salata o affumicata; quella migliore si ottiene con il siero intero non scremato. La sua produzione è diffusa in quasi tutta l’Italia, e in particolare Sardegna, Abruzzo, Basilicata, Calabria, Sicilia, Puglia e Campania, oltre che Lazio (la tradizionale ricotta romana)
Utilizzi in cucina
E’un ingrediente versatile ed eccezionale, di cui si fa largo uso nella cucina italiana e, in particolare, in quella meridionale, sia per le ricette dolci (cassata e cannoli siciliani, pastiera napoletana…) che per quelle salate (grattuggiata sulla pasta con il pomodoro, nel ripieno dei ravioli o dei tortellini).
E’ inoltre inserita a ragione tra gli alimenti magri, con un apporto calorico che varia dalle 130 alle 240 chilocalorie per una porzione di 100 grammi.