Lo zafferano

Molte le leggende legate all’origine dello zafferano, per la cui nascita gli antichi greci avevano creato addirittura due miti legati alla figura di Croco (che è il nome del fiore dello zafferano) e questo la dice lunga sull’importanza che rivestiva in passato.

Il più antico documento che ne attesta l’uso e l’apprezzamento è un papiro egiziano del XV secolo a.C. ed il fiore è anche citato nel Vecchio Testamento. 

A quei tempi il fiore  veniva adoperato per l’arte tintoria, la cosmesi e come medicamento.

Il Crocus sativus, è una pianta originaria dell’India e dei paesi limitrofi, fu introdotta in Europa, per la precisione in Spagna, dai conquistatori Arabi. Fu invece un monaco abruzzese del Tribunale dell’Inquisizione ad introdurre la spezia in Italia nel XIV secolo anche se sembra che nell’Italia Meridionale, in particolare in Sicilia, la coltura fosse già presente.

Oggi La produzione mondiale di zafferano è di circa 178 tonnellate ad anno di cui il 90% viene prodotto in Iran e il restante 10% in India, Grecia, Marocco, Spagna e Italia, appunto, dove si ottiene lo zafferano più pregiato.

Lo zafferano è una spezia (non una pianta) ricavata dai tre stigmi del fiore del Croco che è una pianta erbacea con un bulbo a fioritura autunnale. La sua raccolta è molto particolare perchè va fatta velocemente e a mano (uno dei motivi per cui lo zafferano costa molto).

 Può essere fatta solo dall’alba alle 10 del mattino perchè altrimenti il fiore si schiude troppo e si possono rompere gli stigmi, quindi prima si raccolgono i fiori e dopo con calma e meticolosità si staccano delicatamente gli stigmi.

Per produrre 1 kg di zafferano sono necessari 100.000 fiori, che occupano circa un ettaro di terreno e più di 400 ore di manodopera.